Se credi fermamente in qualcosa questa poi si avvera? Il successo è davvero alla portata di tutti? Credere e visualizzare un obiettivo renderà possibile raggiungerlo?
Se le domande che ti stai facendo sono queste, la lettura del libro di Gigi De Palo non fa per te.
Ben lontano da guru improbabili, molto di moda negli ultimi anni, De Palo non consiglia strategie vincenti, ricette miracolose per raggiungere il successo, escamotages per sembrare performativi ma parla di leadership nel quotidiano, in cui non servono palcoscenici o medaglie ma presenza, autenticità, disponibilità e resilienza.
Quanto mettiamo di noi stessi nel lavoro che svogliamo e nelle relazioni che intrecciamo?
In un mondo votato all’esibizione, alla necessità di apparire per testimoniare la propria esistenza, la chiave di volta è esserci davvero.
Prendersi cura delle azioni che si compiono, indipendentemente dal guadagno e dalla visibilità.
Pochi possono scegliere cosa fare nella vita, molti sono costretti ad esempio, a svolgere mansioni che non amano anziché avere il lavoro dei sogni o quello per il quale hanno studiato.
Sentirsi frustrati è normale e lo è anche la conseguente demoralizzazione.
Come si può cambiare, se non la situazione, almeno la percezione che si ha di questa situazione? Riscoprendo il valore sociale che ognuno compie attraverso il semplice esercizio delle proprie mansioni quotidiane.
Pensare a quante volte il sorriso di un impiegato, un corridoio lucidato e profumato dal personale addetto alle pulizie, un saluto cortese da parte di un barista, ci hanno migliorato la giornata.
E a quante volte noi avremmo potuto fare lo stesso.
Questo percorso di consapevolezza verso la presa di coscienza però passa anche attraverso molte delusioni, molti fallimenti, molte crisi.
Durante l’incontro presso la Sala Conferenze del Polo Bibliotecario sabato 13 dicembre, in compagnia della notaio Adele De Bonis, e del Direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza, Luigi Catalani, De Palo ha messo in luce tutti questi aspetti non lesinando le sue esperienze personali, l’incontro con persone che poi si sono rivelate importantissime nella sua vita, le parole di un sacerdote per lui punto di riferimento, don Giorgio, che ad ogni suo dubbio rispondeva “Age quod agis “ ovvero Fai (bene) quanto stai facendo, invito a vivere e fare bene nel presente, a mettere energia e amore in quello che si fa perché è proprio in questo momento che si gettano i semi per l’avvenire.
E qui un primo concetto importante si fa strada nella comprensione della leadership per come la intende De Palo. Se non sei felice probabilmente è per come stai facendo un lavoro, non per il lavoro in sé.
Come ci fa capire anche Wim Wenders in Perfect Days, la vita, la felicità dipendono anche da quanto siamo disponibili a offrire di noi stessi nelle azioni che siamo chiamati a svolgere.
Il vero titolo del libro però è “Daje”.
Daje è un’espressione romanesca che tradotta alla lettera significa “dai”, imperativo del verbo dare.
“Dai” significa buttati, agisci, non essere spettatore.
É un invito alla consapevolezza all’azione, anche nelle piccole cose, nei piccoli gesti.
Nessuno qui dice che sarà sempre tutto facile o lineare ma qualcuno almeno ci ricorda che tutti siamo chiamati a compiere azioni e, in tempi di immediatezza, felicità fugace e rapporti basati
essenzialmente su click e visualizzazioni, possiamo fare davvero qualcosa di importante per noi stessi e per gli altri.
𝐺𝑖𝑔𝑖 𝐷𝑒 𝑃𝑎𝑙𝑜
Gigi De Palo
La leadership per tutti
San Paolo Edizioni, 2025






